A maggio esce il romanzo Rimini che segna il passaggio di Pier Vittorio Tondelli dalla casa editrice Feltrinelli alla Bompiani.
Il libro viene accolto dalla critica come un romanzo di consumo, etichetta che non piace allo scrittore
che vede in Rimini il tentativo di descrivere la riviera adriatica «come "contenitore" di storie
diverse... un affresco, forse una sinfonia, della realtà italiana di questi anni, e dei vari modi - quello sentimentale, quello drammatico, quello esistenziale - di raccontarla».
È tra i libri più venduti dell’estate e diventa soprattutto un fenomeno di costume. Viene presentato, insieme all'omonimo successo discografico di Lu Colombo, con buffet in giardino e ballo nei saloni felliniani, al Grand Hotel, da Roberto D'Agostino, in una serata di luglio «all'insegna dell'immaginario collettivo su Rimini», in concomitanza con l'inaugurazione della mostra bolognese (stessa organizzazione della festa) Anniottanta.
C'è anche una polemica: la cancellazione della presentazione del romanzo nel salotto di Baudo a
Domenica in, già annunciata da «Sorrisi e Canzoni TV». La "disdetta" ha il sapore di una vera e propria censura «politica», mentre la motivazione ufficiale riferisce: «Come non vengono accettati film e video vietati ai minori, così è per le opere letterarie che narrano, tra l'altro, episodi di sesso». C'è disappunto anche da parte di chi aveva collaborato alla presentazione, non canonica del libro: lo stilista Enrico Coveri che aveva preparato un défilé in costumi balneari e un gruppo di fotografi riminesi che aveva curato una videocassetta da mandare in onda con l'intervista a Tondelli, su espressa richiesta della trasmissione.
Attraverso le colonne di «Linus» con un articolo intitolato Gli scarti, sulle nuove realtà giovanili, prende avvio, di fatto, il «Progetto Under 25», che alcuni mesi dopo si avvale della collaborazione con la piccola casa editrice Il Lavoro Editoriale di Ancona. Scrive Tondelli: «Il progetto Under 25 è varato, e il nostro augurio è che, di anno in anno, scalando l’età dei partecipanti, esso diventi un divertente e piacevole appuntamento con i modi di raccontare delle nuove generazioni, una sorta di gioco a cui, in qualità di lettori, non ci stancheremo di partecipare». Al 31 dicembre, termine fissato per partecipare al primo volume, alla redazione del Lavoro Editoriale, giungono quattrocento testi, e già nei primi mesi dell' '86, un altro centinaio.
Inizia a collaborare con «L’Espresso» e con il «Corriere della Sera», ma il
rapporto con il quotidiano milanese si interrompe dopo un’intervista ai Magazzini
(Dialoghi in strada con i Magazzini non più criminali) pubblicata a dicembre.
Per la nuova versione della commedia in due atti, intitolata La notte della vittoria (Dinner Party), inviata alla 38° edizione del Premio Riccione-Ater per il teatro, gli viene assegnato il Premio speciale intitolato alla memoria di Paolo Bignami, con la seguente motivazione: «Opera che, nella cornice apparentemente tradizionale di un ambiente borghese, esprime, con dialogo asciutto e ironico, umori e inquietudini di una generazione degli anni Ottanta e segna l'ingresso nel teatro di un narratore emergente».
Inizia a lavorare anche ad alcuni progetti cinematografici, relativi alle sue opere letterarie. «Il mio interesse per un cinema che sia soprattutto cinema fatto di storie drammatiche e non solo di becere commedie gergali, si concretizzerà in un film tratto dal mio precedente libro Altri libertini che Daniele Segre sta cercando di «montare» con altri giovani registi di area milanese come Giancarlo Soldi. Si tratterà di un film a episodi, ogni episodio un giovane regista e un diverso stile cinematografico: sarà un film che non nasconde l'ambizione di proporsi come eventuale capofila di una nuova cinematografia italiana». Il film non sarà mai realizzato, come Rimini, di cui Tondelli inizia a scrivere, in questo periodo, con Luciano Mannuzzi, il regista, un iniziale progetto di sceneggiatura. «In sostanza immaginavo che una atmosfera da fine del mondo attanagliasse la Babilonia estiva delle vacanze in modo da poter raccontare storie e trame che, proprio per essere inserite in un tale contenitore, divenissero più forti. Più rappresentative. E quindi il racconto dell'insensatezza, della futilità, della frivolezza, della stupidità, ma anche dell'emozione, dei momenti eccitanti di vita, degli incontri del sesso balneare, tutto ci sembrava molto più forte se visto sotto questa specie di campana di vetro di un reale pericolo nucleare di cui nessuno però sembrava o voleva accorgersi. Questo progetto, anche per incoerenze interne, è stato abbandonato e sostituito, pur restando come atmosfera generale la cui elaborazione si annuncia imminente».
Il 30 novembre, al teatro Asioli di Correggio debutta, in prima nazionale, lo spettacolo teatrale di Gianfranco Zanetti, tratto da due racconti di Altri libertini, «Postoristoro» e «Autobahn».
A dicembre inizia la sua collaborazione col mensile «Rockstar», che durerà fino al 1989. Firma una fortunata rubrica «Culture Club» (il gruppo di Boy George ha certamente un suo ruolo nella scelta del nome), che tra consigli di lettura, cronache musicali, emozioni diventa una sorta di «diario in pubblico» e una conversazione assai diretta con i giovani lettori del mensile.
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