Un weekend postmoderno
(1990)
L’idea di Un weekend postmoderno
nasce come l’ipotesi di riunire in un unico ampio e complesso "romanzo critico" tutta la
produzione giornalistica, letteraria e saggistica di Tondelli nel corso degli anni Ottanta.
Lo scrittore, con la collaborazione di Fulvio Panzeri, ha elaborato, dopo un vaglio classificatorio
e critico del materiale a disposizione, un progetto pensato in due volumi, uno dedicato alle
"cronache dagli anni Ottanta" e l’altro ai "racconti dagli anni Ottanta.
Il primo volume, col titolo Un weekend postmoderno, è uscito nell’autunno del 1990, pubblicato da Bompiani. L’elaborazione del libro ha comportato un complesso lavoro di
riscrittura dei testi originali. Nell’avvertenza Tondelli sottolinea: «Delle stesure originarie
la riscrittura attuale ha cercato di conservare i tic stilistici, gli entusiasmi, il ritmo,
anche l’ingenuità o la passione descrittiva, ora correggendo, ora tagliando, in alcune occasione applicandosi a un vero e proprio restauro. E nei casi in cui tutto ciò si è dimostrato
impossibile, anche per evitare ripetizioni, si è gettato tutto e ci si è rimessi, pazientemente, alla scrivania. Per questo, molte sezioni di Un weekend postmoderno sono da considerare totalmente inedite».
Lo scrittore ha voluto che il volume fosse curato nei minimi dettagli, completo di un
apparato critico, composto da indice sommario e indice dei nomi e con una copertina d’autore,
nonché una serie di "collage" all’interno del volume commissionati all’artista spagnolo
Juan Gatti, collaboratore, tra gli altri, di Pedro Almodovar.
La complessità di lettura e d’impostazione del libro, la ricchezza di temi può essere
riassunta, come istanza centrale, in quello che lo stesso Tondelli ha definito come
- un viaggio per frammenti, reportage, illuminazione interiori, riflessioni, descrizioni
partecipi e dirette, nella parte degli anni Ottanta più creativa e sperimentale. È un
viaggio nella provincia italiana, fra i suoi gruppi teatrali, fra i suoi artisti, i
filmaker, i videoartisti, le garage band, i fumettari, i pubblicitari, la fauna trend
che da Pordenone a Lecce, da Udine a Napoli, da Firenze a Bologna ha contribuito a rivestire
quegli stessi anni Ottanta, vacui e superficiali in apparenza, di contenuti e
sperimentazioni, al punto da proporre, come capitale morale del decennio, non più una città,
ma l’intera provincia italiana.
|